La tensione tra i lavoratori del settore socio-sanitario e ANASTE ha raggiunto un punto critico. 10.000 operatori hanno deciso di alzare la voce e rivendicare condizioni migliori, ritenendo la proposta contrattuale dell’associazione insufficiente e lesiva della loro dignità professionale.
La motivazione è chiara e forte: la proposta contrattuale avanzata da ANASTE viene ritenuta “insufficiente e lesiva della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”.
10.000 operatori del settore pretendono di più! Questa cifra rappresenta la portata del malcontento e la determinazione di una categoria che opera quotidianamente in condizioni spesso difficili, fornendo servizi essenziali alla comunità.
Il fulcro della contestazione risiede nella triennalità contrattuale 2023-2025. I punti critici della proposta ANASTE, che hanno spinto i lavoratori a mobilitarsi, sono stati chiaramente evidenziati dai sindacati:
- Una-Tantum di 200 euro sotto forma di buoni: Una soluzione giudicata inadeguata e temporanea, che non risolve le carenze strutturali delle retribuzioni.
- 5 euro di assistenza sanitaria, ma solo per quella a lungo termine: Un beneficio considerato marginale e non omnicomprensivo rispetto alle reali necessità dei lavoratori.
- 55 euro di aumento sul Tabellare per il 4° livello (OSS): Questo incremento è stato categoricamente rifiutato da sigle come Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp, Uil Fpl e Uiltucs, in quanto “totalmente insufficiente rispetto ai rinnovi di Coop Sociali, Uneba, Valdesi, Anffas, Agidae (con aumenti sul tabellare che variano dal 10,4% al 12,6% ovvero dai 150 ai 180 euro)”. Un divario che evidenzia la sproporzione e la penalizzazione dei lavoratori che applicano il CCNL Anaste.
- Il terzo e quarto evento di malattia al 75%: Questa riduzione del trattamento economico in caso di malattia è percepita come un’ulteriore penalizzazione, con la richiesta che la malattia venga “retribuita al 100%”.
- Tavoli congiunti con organizzazioni sindacali non rappresentative del settore: I lavoratori denunciano la volontà di ANASTE di dialogare con sigle non realmente rappresentative, minando la legittimità della trattativa e il riconoscimento delle organizzazioni sindacali maggiormente espressione della categoria.
Già in passato, a differenza di altre organizzazioni sindacali che avevano firmato contratti ritenuti penalizzanti, le attuali rappresentanze dei lavoratori avevano deciso di non sottoscrivere accordi ritenuti lesivi per lavoratori e lavoratrici. Questo stato di agitazione è quindi la naturale prosecuzione di una battaglia per la dignità professionale e salariale.
Le sigle sindacali Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp, Uil Fpl e Uiltucs si schierano unite al fianco dei lavoratori, determinati a ottenere condizioni contrattuali che rispecchino realmente il valore e le necessità di chi opera quotidianamente nel settore socio-sanitario.